Censire significa rilevare i dati.
Si possono censire tante cose, tanti oggetti, strumenti, comportamenti …..
Quando ad essere censiti sono gli impianti termici, significa che vengono ufficializzate delle informazioni molto importanti per operatori e cittadini relative alla sicurezza e al buon funzionamento degli stessi.
E’ per questo che da vari anni le Regioni Italiane si stanno adeguando alla normativa sulla formazione di un Catasto Impianti Termici Informatizzato.

Il catasto degli impianti termici
Il catasto degli impianti termici è uno strumento lanciato per la prima volta nel 1999.
Lo scopo è stato sempre quello di garantire la corretta manutenzione degli impianti termici degli edifici e di aumentare la conoscenza degli stessi, sia da parte dei proprietari che dei professionisti del settore.
Conoscere le caratteristiche (certificate) di un impianto permette infatti di ridurre i consumi energetici, rispettare l’ambiente e assicurare la sicurezza e il buon funzionamento.
Nel 2013 il Catasto fu rilanciato perché una normativa di quell’anno ha imposto agli operatori del comparto termoidraulico alcuni compiti fondamentali: ispezionare la caldaia, rilasciare il bollino di conformità, compilare e inviare all’ente locale competente un rapporto di efficienza.
In quest’ottica, avere un catasto regionale permette di verificare se una caldaia è stata controllata e quindi di intervenire in modo mirato.
La situazione regionale
Le prime 6 Regioni ad aver attivato il catasto degli impianti termici informatico tra il 2012 e il 2013 sono state Piemonte, Lombardia, Veneto, Sicilia e Liguria.
A seguire, anche altre Regioni si sono organizzate: la Valle d’Aosta, la Calabria e l’Umbria nel 2016, l’Emilia Romagna e il Lazio nel 2017, la Toscana e l’Abruzzo nel 2018.
In Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige sono stati attivati servizi di rilevazione dei dati degli impianti a livello provinciale.
Le Marche hanno approvato la proposta di legge per il riordino della disciplina di esercizio e controllo delle caldaie. E’ stata deliberata l’istituzione del catasto informatico, parzialmente attivo.
Nelle altre Regioni sono state emesse linee guida o delibere che formalizzano la creazione del catasto e che quindi porteranno a breve al completamento del procedimento normativo per l’effettiva entrata in vigore dello strumento.
Il catasto termico regionale è uno strumento digitale utile per gli operatori del settore, per le autorità competenti e anche per i singoli cittadini.
Tutti questi soggetti possono accedere al portale e ottenere informazioni quali lo stato delle pratiche o i dati personali. Ogni Regione ha l’autonomia di strutturare il proprio portale e può stabilire gli obblighi, le scadenze e le procedure.
Quali impianti termici vanno accatastati?
1
gli impianti di climatizzazione estiva o invernale
2
gli impianti di riscaldamento (esclusi stufe, caminetti, impianti localizzati radianti)
3
gli impianti destinati alla sola produzione centralizzata di acqua calda
Catasto impianti: i vantaggi del catasto regionale
Come in tutte le situazioni di raccolta, organizzazione e condivisione delle informazioni anche nel caso del catasto regionale il principale vantaggio è rappresentato dall’avere a disposizione un archivio di informazioni utili a cui poter accedere.
Questo vantaggio vale sia per gli impiantisti (installatori e manutentori) che per i privati proprietari degli impianti.
Nelle Regioni già attive (e presto anche in quelle in arrivo) il catasto ha creato una modalità univoca di raccolta delle informazioni.
Sta inoltre offrendo servizi utili al controllo e al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti.

Classificazione degli impianti (per tipologia, potenza, quantità, distribuzione territoriale).
Verifica delle attività di manutenzione.
Il catasto regionale rafforza il controllo sul regolare uso delle apparecchiature installate.
Se sei un impiantista termoidraulico, che ne pensi?
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